Vaiolo delle scimmie (MPX)
Il primo caso di vaiolo delle scimmie è stato osservato nell’uomo nel 1970. Fino al 2022, il virus veniva trasmesso all’uomo principalmente dagli animali (ratti e scimmie) ed era confinato nel continente africano. Dall’aprile 2022 è stata osservata una trasmissione più estesa tra gli esseri umani e, a causa del rapido propagarsi di casi di infezione, in Paesi nei quali la malattia non era endemica, è stata promossa una campagna di immunizzazione che coinvolge alcune categorie della popolazione ad alto rischio di infezione e malattia.
Il vaccino contiene il virus vaccinico vivo Ankara modificato in maniera tale da non indurre malattia nel soggetto vaccinato. Sebbene la vaccinazione non sia controindicata in pazienti immunocompromessi, che anzi rientrano nelle categorie a rischio di malattia severa e complicanze gravi per le quali la vaccinazione è indicata, è stato riscontrato che i soggetti con dermatite atopica hanno sviluppato un maggior numero di sintomi locali e generali dopo la vaccinazione, oltre che una tendenza all’esacerbazione o peggioramento delle condizioni cutanee. Pertanto, si raccomanda ai soggetti a rischio di consultare, prima di ricevere la vaccinazione, il proprio dermatologo curante e il medico vaccinatore.
Da cosa mi vaccino?
Il vaiolo delle scimmie è un’infezione causata da un virus appartenente alla stessa famiglia del vaiolo umano, ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona. Tuttavia, il virus può essere contratto tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (ad esempio lenzuola, vestiti), oppure per via aerea, attraverso goccioline di saliva emesse con starnuti o tosse da soggetti infettati. Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Sono somministrati antivirali quando necessario.
È possibile che le persone vaccinate per il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di contrarre l’infezione da virus del vaiolo delle scimmie per la similitudine con il vaiolo umano.
Pagina aggiornata il 25/05/2023