Difterite-tetano-pertosse

Difterite-tetano-pertosse

Difterite-tetano-pertosse

Per proteggersi da queste malattie esiste un vaccino combinato.
Nel neonato è somministrato il vaccino esavalente che contiene, oltre agli antigeni per difterite, tetano e pertosse anche gli antigeni per poliovirus, epatite B e haemophilus influenzae di tipo B. Per un’adeguata protezione è importante effettuare i richiami.
Nei bambini e negli adolescenti il richiamo avviene tramite la somministrazione del vaccino combinato quadrivalente (difterite, tetano, pertosse e poliomielite).

Nei soggetti di età maggiore a 18 anni è raccomandato il richiamo ogni 10 anni con la formulazione difterite-tetano-pertosse.
Inoltre, la somministrazione di un’ulteriore di vaccino è raccomandata nelle donne in stato di gravidanza, per ogni gestazione affrontata.
Spesso gli adulti e gli anziani dimenticano di effettuare i richiami. A questo proposito è importante mantenere sotto controllo il proprio stato vaccinale, in particolare per i soggetti immunocompromessi per patologia o per trattamento farmacologico poiché sono a maggior rischio di malattia grave.

Da cosa mi vaccino?

Difterite

La difterite è una malattia infettiva acuta altamente contagiosa provocata da ceppi batterici produttori di una tossina specifica. La malattia si trasmette da persona a persona (tramite starnuti e tosse delle persone infette) o per contatto indiretto ed è endemica nei Paesi in via di sviluppo ma non è scomparsa in quelli ad alto reddito. Il batterio ha un’incubazione di tre giorni e si localizza nelle alte vie respiratorie provocando lesioni tipiche note come “pseudomembrane difteriche”, ossia placche grigiastre adese alla mucosa infetta. Oltre ai sintomi locali, accompagnati da faringite o laringotracheite, la malattia può manifestarsi con sintomi sistemici, quali febbre, malessere e cefalea. Alla faringite difterica, forma più frequente, si associa un intenso gonfiore dei tessuti molli con ingrossamento dei linfonodi del collo. In caso di laringite, la respirazione può diventare difficoltosa e condurre a cianosi, asfissia e, infine, a morte per soffocamento. Le complicanze della difterite sono effetti sistemici provocati dalla tossina del batterio, pericolosa soprattutto per il cuore, il sistema nervoso e i reni.

Tetano

Il tetano è una malattia infettiva acuta non contagiosa causata da una neurotossina prodotta da un batterio (Clostridium tetani) che cresce solo in assenza di ossigeno (anaerobio) ed è solitamente presente nell’intestino umano e degli animali ed eliminato con le feci. Le spore possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso polvere e terra.
La malattia si contrae attraverso la contaminazione di ferite, soprattutto se profonde o tali da rendere possibile una condizione di anaerobiosi favorente la produzione della tossina tetanica. Le ferite possono essere piccole (ad esempio quelle da spine di carciofo o di rosa) oppure più importanti (ad esempio causate da una caduta o da un incidente stradale). Paradossalmente, sono le ferite minori ad essere più a rischio di contaminazione perché spesso trascurate.
Nella maggior parte dei casi, il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni: generalmente, più breve è il periodo di incubazione più grave è il decorso clinico.
La malattia si presenta solitamente con sintomi lievi (febbre, mal di testa, irritabilità) e severi (spasmi muscolari e convulsione, oltre che la caratteristica paralisi spastica, ossia la contrattura diffusa della muscolatura). Durante la malattia sono colpiti anche i muscoli respiratori, con possibile evoluzione verso l’asfissia. Il tetano, se generalizzato, è un’emergenza medica ed è letale in circa la metà dei casi nonostante assistenza adeguata. La morte avviene per soffocamento o per arresto cardiaco, a volte anche nei casi apparentemente lievi.
L’immunità conferita dall’infezione naturale non è permanente.

Pertosse

La pertosse è una malattia infettiva molto contagiosa, endemica in tutto il mondo, causata da un batterio chiamato Bordetella pertussis. La trasmissione della malattia avviene attraverso le secrezioni infette (goccioline di secrezioni respiratorie), sia di persone ammalate sia di persone contagiate ma asintomatiche, generalmente adulti.
Dopo un periodo di incubazione di circa 7-14 giorni, la malattia si presenta con sintomi iniziali non specifici delle vie aeree superiori, come il raffreddore, seguiti dalla comparsa della tosse, che compare come leggera, per presentarsi successivamente con attacchi sempre più forti, fino a svilupparsi come accessi improvvisi che terminano solitamente in un’inspirazione prolungata di tono acuto simile ad un gemito (da cui il nome popolare della malattia “tosse asinina” o “tosse canina”). La tosse può persistere per più di dieci settimane ed essere accompagnata da a vomito, rottura delle coste ed emorragie congiuntivali. Durante un attacco, il paziente può diventare cianotico, soprattutto se si tratta di un bambino. Tra le complicanze della malattia sono descritte polmonite, encefalite (rara) ed otite media.
I bambini, soprattutto di età inferiore all’anno di vita, sono la popolazione più a rischio di malattia severa e morte: nei lattanti la tosse può essere sostituita da episodi di apnea e la morte può sopraggiungere direttamente per asfissia. Spesso la pertosse è trasmessa al neonato dai genitori o dai contatti stretti, non vaccinati o che non hanno effettuato i giusti richiami. Per questo motivo si consiglia caldamente un richiamo vaccinale durante la gravidanza (tra la 27esima e la 36esima settimana), in modo che gli anticorpi sviluppati grazie al vaccino possano essere trasmessi al feto attraverso la placenta e proteggano il bambino durante i primi mesi di vita (strategia “cocooning”), in attesa dell’inizio del ciclo vaccinale (terzo mese di vita).
L’infezione naturale non conferisce un’immunità permanente.

Pagina aggiornata il 30/05/2024